Ieri mentre preparavo i tartufini al cioccolato che piacciono a mia moglie, pensavo: “E se l’ictus venisse a me?” In realtà, è un pensiero costante, pressoché quotidiano. Ogni giorno vivo il dolore e le difficoltà dei miei pazienti e ce n’è una in particolare a cui ho pensato mentre preparavo i tartufini, mentre facevo girare la pallina di cioccolato caldo tra i palmi delle mani: “Se il terapista chiedesse a me di ricordare un’azione e una sensazione precedente al mio ictus, sarei in grado di ricordare proprio questa?“
Proprio mentre pensavo a quest’eventualità, mi sono accorto che, nonostante si trattasse di un momento gradevole, non lo stavo vivendo nella sua totalità. Ho così iniziato a calarmi più profondamente in quell’esperienza, per fissarne i contenuti. Sapevo che il terapista mi avrebbe chiesto non solo cosa sentivo dal punto di vista sensoriale, ma anche cosa provavo sul versante emozionale. Così, mentre imbrattavo la cucina, come si vede nella foto, mi sono concentrato su quanto fosse piacevole il contatto della pallina di cioccolato che, man mano disperdeva il suo calore sulla pelle dei miei palmi, poco a poco prendeva forma.
Sentivo il suo rotolare e la pressione sulla pelle, quasi come un delicato massaggio alle mani. Quella pallina di cioccolato sembrava non essere più un oggetto esterno, ma una parte del mio corpo. Nonostante non potessi vederla, coperta dal dorso della mia mano destra, ne percepivo la forma. Riuscivo a sentire come diventava perfettamente sferica, modulandosi sotto la pressione delle mie mani e rotolando su diverse parti dei palmi. ‘Ecco!’ ho pensato, ‘questo racconterò al mio terapista se dovesse chiedermi di questa esperienza con i tartufini, mettendola a confronto con un esercizio di riconoscimento di oggetti sul palmo. Gli dirò che il tartufino era parte di me mentre lo modellavo.
Mentre mi abbandonavo all’esperienza con maggiore trasporto, ho iniziato a meravigliarmi di quanto fossi abile nel muovere le mie mani in modo così coordinato senza pensarci troppo, nonostante fosse la prima volta che preparavo i tartufini. Mi chiedevo: da bambino, quante palline di pongo e di das avrò fabbricato? Mi sono anche stupito di quanto fossi capace di percepire il momento giusto per aggiungere più polvere di cacao, quando il cioccolato diventava troppo viscoso e umido, e di quanto fosse intensa la sensazione del calore che si trasferiva dalla pallina di cioccolato alle mie mani. Questo mi ha portato a riflettere su come, spesso, i pazienti si illudono di avere una buona sensibilità, basandosi solo sul riconoscimento del contatto o del dolore, o identificando qualche tessuto ad occhi chiusi, quando in realtà la percezione all’interno di un’azione intenzionale può essere molto più profonda.
Se l’ictus prendesse me e mi trovassi di fronte a un terapista saprei anche che la sua indagine si estenderebbe anche su altri domini sensoriali per aiutarmi a rivivere l’esperienza dei tartufini nel modo più realistico possibile, per questo nonostante mi trovassi in cucina ad alta voce invocai Alexa nel mio ufficio “Alexa fammi sentire Ennio Morricone su Spotify” perché quello era un momento creativo e Morricone vi si sposava bene. Mentre ascoltavo le mie colonne preferite, mi rendevo conto che, anche se in modo impercettibile, le mie mani, mentre creavo le pallette di cioccolato, non solo seguivano il tempo, ma variavano anche la pressione e l’intensità del tocco. Mancava il gusto, in effetti era già un po’ che stavo lì a fare tartufini e non ne avevo assaggiato nemmeno uno per capire come stavano venendo, così assaggiai proprio il primo fatto al ritmo del buono, brutto e cattivo.
Non era buono come quelli commerciali, ma per essere il mio primo tartufino della mia carriera, poteva andare (sono sicuro che la panna vegetale, l’unica disponibile al Lidl, abbia influenzato il gusto). Mentre il sapore del tartufino mi soddisfaceva, le mie narici si riempivano dell’odore quasi inebriante del cacao ormai sparso per tutta la cucina. Sapevo che al mio terapista non sarebbero bastate tutte queste mie esperienze sensoriali, anche se ben integrate tra loro, che spaziavano dal tatto all’olfatto, passando per il gusto, l’udito e la vista. Era inevitabile che mi avrebbe chiesto: ‘Cosa provavi mentre facevi i tartufini per tua moglie?‘ Una domanda che mette in crisi tutti i pazienti. Così, mi interrogai a mia volta per non essere impreparato. ‘Un’insolita libertà’, ecco cosa provavo. Un’insolita libertà perché mi ero concesso un piccolo ritaglio di tempo non dedicato a lavoro o studio, e generalmente, quando ciò accade, vivo quei momenti con senso di colpa, sentendomi come se sottraessi tempo a un lavoro difficile e senza fine. Ma in quel momento sentivo di meritarmi una pausa, senza sensi di colpa a tormentarmi. Anche se non mi trovavo di fronte a un libro o a un’analisi dei miei pazienti, in qualche modo stavo comunque approfondendo la mia comprensione dell’ictus e, forse, era per questo che ero stranamente privo di sensi di colpa. Il cioccolato era finito e i tartufini pronti. Avevo fatto la mia analisi interiore e mi ero preparato per le domande del mio terapista, qualora l’ictus mi colpisse.
Non è stato facile ne tantomeno immediato, c’era stato bisogno di un piccolo sforzo da parte mia per centrarmi nell’esperienza che stavo vivendo e sintonizzarmi con corpo, esistenza, sensazioni emozioni e pensieri e capisco quanto sia difficile per i miei pazienti rievocare azioni significative precedenti alla lesione per collegarle agli esercizi al fine di renderli più significativi, perché spesso, la difficoltà nasce anche quando siamo in salute nel vivere le esperienze in tutta la loro interezza, anche quelle apparentemente banali.
Alcune Risorse utili
InteraMente
È il libro nato dall’esigenza di condividere con professionisti, pazienti e familiari la mia esperienza con il recupero post ictus e la neurocognitiva di Perfetti, al suo interno ho predisposto 2 capitoli dove potrai trovare molti esercizi con cui iniziare le prime terapie con la neurocognitiva.
Mini guida
Ho voluto realizzare un piccolo e-book gratuito per dare una panoramica immediata sul problema della riabilitazione dell’ictus. Ci sono 10 cose che devi sapere sull’ictus e in aggiunta ho messo 4 video di esercizi che puoi provare fin da subito in casa con il tuo fisioterapista o con un tuo familiare.
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