Ho conosciuto Iacono durante i congressi internazionali organizzati a Schio da Carlo Perfetti, si svolgevano sempre al teatro comunale e io da spettatore seguivo incantato le sue lezioni sui mondi intermedi. Per un gioco di prospettiva, i relatori che occupavano il palco, apparivano in miniatura a noi spettatori, ma sia Perfetti che Iacono sfuggivano anche alle regole della prospettiva e sembravano come dei giganti. Ho sempre nutrito un rispetto riverenziale nei confronti di Iacono, mi sarebbe piaciuto stringergli la mano o complimentarmi con lui in seguito ai suoi interventi, ma non ne ho mai avuto il coraggio e probabilmente non ne ho mai sentito veramente l’esigenza, per me era ovvio che i sui interventi fossero eccellenti e che ne fosse anche consapevole, quindi non mi andava nemmeno di aumentare la fila delle persone che lo sequestravano dopo un ogni suo intervento. Per tutti questi motivi ritenevo piuttosto improbabile che potesse accettare di scrivere la prefazione al mio libro, peccato perché sarebbe stata proprio la persona persona perfetta pensavo. Ho temporeggiato a lungo prima di chiederglielo per davvero, nonostante non nutrissi molte speranze su una sua risposta positiva, non mi andava nemmeno di sentirlo chiaramente il rifiuto e i giorni passavano inesorabili fino a quando ero arrivato ormai a due settimane dal lancio del libro e se avessi aspettato ulteriormente e anche Iacono si fosse dimostrato disposto a scrivere la prefazione, non ci sarebbe stato il tempo materiale per leggere il manoscritto e scrivere la prefazione. Prendo il coraggio a due mani, gli scrivo un messaggio e gli mando il Pdf con il manoscritto, una versione con decine di errori di battitura refusi e senza la minima impaginazione. Passano solo pochi giorni e incredulo ricevo la sua chiamata: aveva già letto il libro. Gli era piaciuto. Mi disse che avrebbe fatto la prefazione e che tra aveva colto dal mio libro…. Qui disse un paio di aspetti che aveva colto dal mio libro, ma che in tutta onestà non saprei dire quali, perché la mia attenzione era rimasta al fatto che il libro gli era piaciuto e io ancora non ci credevo. Dopo pochi giorni ricevo il suo file con la prefazione ed ero molto emozionato e desideroso di leggerla al più presto.
Non voglio fare nessuno spoiler, però credo che in quella prefazione Iacono abbia svolto un’operazione storica, sociale e umana davvero di un livello tale, che ho avuto bisogno di alcuni giorni prima di riuscire a venderne l’importanza. L’ambiente riabilitativo della neurocognitiva, come immagino un po’ tutti gli ambienti, ha vissuto alcuni momenti difficili dal punto di vista relazionale e io stesso durante tutta la mia carriera ho preso posizioni certamente scomode e ho agito in modo molto deciso mettendo in discussione anche alcuni equilibri, ma sempre in buona fede e con la missione finale nella testa che è quella della rivoluzione cognitiva nel mondo della riabilitazione. Per questo il compito di Iacono non era pur nulla semplice, ma è proprio a fronte di tale realtà complessa che è riuscito a fare un’operazione di valore storico in grado anche di agire nei confronti dell’unione e dell’integrità della comunità riabilitativa.
L’imponenza della prefazione di Iacono, mi dissuase inoltre dal pubblicare un’introduzione che avevo già redatto e che pochi minuti prima di andare in stampa decisi di togliere, perché di fatto, la prefazione del filosofo conteneva già delle linee introduttive, ma più ampie di quelle che avevo predisposto per il mio libro, perché in un certo senso introduceva la riabilitazione neurocognitiva di Perfetti.
In conclusione la prefazione di Iacono a InteraMente per me ha un valore personale altissimo, in quanto realizza un mio sogno da una parte e dell’altra mi offre una lezione stilistica e di vita che ricorderò per sempre. In definitiva il titolo del libro è proprio InteraMente, un titolo che richiama una visione di unione, di integrità di relazione, un richiamo a una prospettiva ecologica che senza l’operazione molto acuta del professor Iacono avrebbe rischiato di essere tradita. La prefazione, quasi sul fotofinish arricchisce del valore storico e umano tutto il manoscritto e lo aiuta a collocarsi a una dimensione diversa, dove gli inevitabili malintesi, le incomprensioni e le tensioni interne perdono completamente di significato, mentre assume un rinnovato valore l’obiettivo che si propone tutto l’impegno riabilitativo messo in gioco da ciascun elemento che in un modo o nell’altro ha partecipato al flusso storico-scientifico della riabilitazione neurocognitiva secondo Perfetti.
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