Emiplegia Sinistra

Cosa significa Emiplegia Sinistra?

Emiplegia Sinistra significa paralisi del lato sinistro del corpo in genere causata da un ictus e quindi da una lesione dell’emisfero destro del cervello. Emi sta per metà e Plegia indica l’assenza marcata di movimento.

Che differenza c’è tra un’emiplegia e un’emiparesi?

La differenza tra emiplegia ed emiparesi risiede nella gravita del sintomo relativo all’assenza di attività muscolare più marcata nel caso di un’emiplegia e più lieve e parziale nel caso di un’emiparesi. Nell’articolo non tratteremo il tema della differenza tra un’emiplegia e un’emiparesi, perchè l’importante sarà individuare invece le caratteristiche che sono alla base di entrambi i livelli di gravità della paralisi; questi sono argomenti fondamentali per comprendere i possibili deficit di chi vive gli esiti di un ictus cerebrale che abbia colpito la parte destra del cervello e soprattutto ci permette di avere le competenze per guidare le attività di fisioterapia e di riabilitazione.

Quali sono le cause di un’emiplegia?

Tra le cause più frequenti di emiplegia troviamo le malattie cardiovascolari che conducono a danni cerebrali e in particolare l’ictus. Quando facciamo riferimento a l’ictus consideriamo tra le cause anche ischemia, un’emorragia, trauma cranico, tumori cerebrali. Discutendo delle cause è importante ricordare che se l’ictus colpisce il lato destro del cervello producendo una lesione, la paralisi sarà controlaterale perchè le connessioni tra corpo e cervello sono per lo più incrociate ecco il motivo per cui una emiplegia dipenda da una lesione dell’emisfero opposto del cervello.

Quali sono i sintomi di un’emiplegia?

Tra i sintomi più evidenti di un’emiplegia vi è l’alterazione di movimento associato alla possibile spasticità. In realtà l’assenza di movimento è una delle condizioni patologiche già incluse nella spasticità perchè questo termine racchiude più disturbi motori che si manifestano con un irrigidimento dei muscoli (ipertono). I sintomi più chiari di un’emiplegia si osservano pertanto nel comportamento motorio del paziente, quando cammina e quando utilizza il suo arto superiore, tuttavia, i sintomi di un’emiplegia sinistra possono mostrarsi anche nel comportamento del malato, infatti potrebbe presentare due disturbi caratteristici chiamati neglect e anosognosia che formano dei veri e propri quadri clinici più che sintomi. Conoscere in modo approfondito queste sindromi che hanno origini cognitive e che sono caratteristiche di un’emiplegia al lato sinistro ci permette di individuare la miglior fisioterapia e trattamento riabilitativo.

Che cos’è il neglect?

È la difficoltà di prestare attenzione alle informazioni che provengono da un lato dello spazio e del corpo. Il neglect è il nome più comunemente utilizzato, ma è un quadro clinico conosciuto anche come eminegligenza negligenza spaziale unilaterale. È un disturbo facilmente riconoscibile perchè i malati che ne sono colpiti tendono a non guardare verso sinistra, ad esempio potrebbero mangiare solo il cibo nella parte destra del piatto e lasciare quello alla sinistra, potrebbero radersi o truccarsi solo un lato del volto e non considerare gli oggetti da quel lato. Vorrei chiarire un aspetto fondamentale nei confronti del neglect, non si tratta di un problema della vista, il paziente non ha problemi a carico della visione, si tratta di un deficit di attenzione nei confronti di tutte le informazioni provenienti dal mondo di sinistra, non solo visive, ma anche acustiche e cosa più importante per la riabilitazione, anche nei confronti delle informazioni somestesiche del corpo). Trovo importante chiarire fin da subito che il neglect non è un problema visivo ma delle informazioni e specialmente quelle provenienti dal corpo perchè questo ci offre già un segno importante per il trattamento fisioterapico in quanto gli esercizi dovranno tenere conto della necessità di aiutare il paziente a dirigere di nuovo la sua attenzione verso il lato del corpo o arto con paralisi e a percepirlo correttamente. In questo video ti mostro un semplice test per il neglect che puoi provare anche in casa, ricorda che i test non vanno confusi cono gli esercizi, i primi servono per misurare i secondi per curare le funzioni.

Che cos’è l’anososgnosia?

Tra i sintomi di un ictus cerebrale che colpisce l’emisfero destro troviamo anche un’altra condizione clinica chiamata anosognosia. È la difficoltà di saper valutare la propria condizione patologica, questa sindrome può manifestarsi a diversi livelli di gravità, il paziente con emiparesi potrebbe negare del tutto di soffrire la perdita del movimento anche se questa appare evidente, o potrebbe solo sottostimare le proprie difficoltà. Si tratta di una sindrome molto frequente negli ictus e nei danni cerebrali dell’emisfero destro del cervello ed il professionista deve saper riconoscere anche le più piccole sfumature di questo disturbo perchè l’aderenza del paziente con emiparesi al trattamento terapeutico dipende anche dal suo grado di consapevolezza dei propri disturbi.
Questi due disturbi cerebrali quando associati danno luogo ad una serie di vicissitudini e difficoltà, che il paziente affetto da emiplegia o emiparesi sinistra incontra tutti i giorni, che però troppo spesso diventano solo oggetto di aneddoti curiosi e fraintendimenti. Chi si occupa di riabilitazione, ha il compito di tradurre “l’aneddoto” in un dato scientifico in grado di guidare al meglio la costruzione delle migliori strategie riabilitative per il recupero del comportamento motorio del paziente emiplegico sinistro.

Il lettore alla ricerca di informazioni riguardanti i sintomi di un ictus cerebrale pi in generale può considerare questi semplici esempi di sintomi riassunti nell’acronimo fast dove la F sta per faccia intendendo l’emiparesi che è possibile investa anche il volto, A sta per arti, infatti il soggetto con un ictus in corso a causa di una ischemia o emorragia cerebrali può presentare la perdita di forze muscolari alle braccia o alle gambe o la perdita di sensibilità, S sta per speech che inglese significa parola, infatti il soggetto può presentare difficoltà nella parola. Rimane chiaro che la diagnosi è medica per questo l’ultima lettera dell’acronimo FAST che significa rapido è proprio T che sta per tempo, proprio per indicare la velocità con la quale va contattata l’equipe medica affinché possa svolgere la diagnosi, condurre esami ( tac, risonanza magnetica) e mettere in atto tutte le procedure mediche per aumentare la possibilità di sopravvivenza e ridurrei gli esiti patologici della lesione cerebrale.

https://www.youtube.com/watch?v=WQS8nmJu0Fo&t=47s

Come riconoscere un ictus?

Il lettore alla ricerca di informazioni riguardanti i sintomi di un ictus cerebrale pi in generale può considerare questi semplici esempi di sintomi riassunti nell’acronimo FAST dove la F sta per faccia intendendo l’emiparesi che è possibile investa anche il volto, A sta per arti, infatti il soggetto con un ictus in corso a causa di una ischemia o emorragia cerebrali può presentare la perdita di forze muscolari alle braccia o alle gambe o la perdita di sensibilità, S sta per speech che inglese significa parola, infatti il soggetto può presentare difficoltà nella parola. Rimane chiaro che la diagnosi è medica per questo l’ultima lettera dell’acronimo FAST che significa rapido è proprio T che sta per tempo, proprio per indicare la velocità con la quale va contattata l’equipe medica affinché possa svolgere la diagnosi, condurre esami ( tac, risonanza magnetica) e mettere in atto tutte le procedure mediche per aumentare la possibilità di sopravvivenza e ridurrei gli esiti patologici della lesione cerebrale.

Quali sono le differenze con un’emiplegia destra?

Ricordiamo che in questo articolo non stiamo affrontando la distinzione tra emiparesi ed emiplegia, bensì ci soffermeremo sulle cause, i sintomi, le differenze e la fisioterapia più adeguata. Le lesioni dell’emisfero sinistro hanno da sempre attirato maggior interesse del ricercatore perchè definito come l’emisfero dominante, quello dove risiede la nostra facoltà di linguaggio, mentre l’emisfero destro ha storicamente sofferto di questa mancanza di interesse. Negli ultimi decenni anche grazie agli studi del neuropsicologo russo Lurija, anche l’emisfero destro ha ricevuto le dovute attenzioni e lo studio delle sindromi sopracitate ne sono il risultato anche se la cura delle problematiche legate ai danni cerebrali che conducono a una emiplegia destra, afasia e aprassia sono la mira preferita degli esperti in area scientifica.

Quali altri problemi aspettarsi dopo l’ictus che causa l’emiparesi del lato sinistro del corpo?

Un ictus causato da un attacco ischemico o da un’emorragia è un evento che produce dei danni cerebrali, per questo ciò che principalmente c’è da aspettarsi è l’alterazione delle funzioni cerebrali, non dei muscoli in sé. Articolare il corpo e contrarre i muscoli sono solo alcuni dei fattori cognitivi che l’ictus danneggia, alla base del movimento c’è una complessa organizzazione cognitiva che in seguito ad un ictus subisce alterazioni. Il lettore non deve confondere le funzioni cerebrali e cognitive con l’intelligenza e il comportamento psicologico del paziente, perchè il paziente potrebbe essere rimasto completamente la stessa persona intelligente e brillante anche dopo l’ictus, ma nello stesso tempo potrebbe riportare difetti appena visibili dell’attenzione nei confronti del corpo, della memoria relativa alle sensazioni del corpo e della percezione. Spesso il paziente e il familiare sotostimano i disturbi della percezione perchè in effetti la capacità di sentire dolore o se si viene toccati o meno rimane intatta, I disturbi della percezione a cui mi riferisco sono più profondi e sono quelli che non consentono al paziente di sentire in modo chiaro e unitario il proprio corpo, di percepire contemporanemante la posizione nello spazio di più segmenti sia del lato plegico che di quello sano, che gli permettono di “in-formarsi” attraverso il proprio corpo, dell’ambiente in cui si muove. Queste abilità percettive dipendono anche dalle capacità attentive nei confronti del corpo e non solamente dall’integrità delle aree sensitive primarie del cervello. (per intenderci una lesione diretta delle aree sensitive primarie avrebbe condotto dei disturbi percettivi evidenti che avrebbero richiesto questo chiarimento).
Riassumendo: I sintomi legati all’emiplegia sinistra, si manifestano come deficit motori (spasticità, ipertono, difficoltà nella deambulazione, di equilibrio e nel movimento di braccio e mano), ma queste espressioni visibili, sono il risultato della lesione cerebrale che ha compromesso le capacità del soggetto di poter organizzare al meglio i suoi processi cognitivi.

Come curare un’emiplegia sinistra?

Il paziente dopo l’ictus è seguito da un neurologo e dal proprio medico di famiglia con i quali gestirà la parte della diagnosi medica e della cura farmacologica, mentre con il fisioterapista porterà avanti un programma di riabilitazione per il recupero motorio percettivo e cognitivo; la fisioterapia è un elemento fondamentale per il recupero in seguito a un ictus. Nel primo periodo dopo un ictus il paziente potrebbe trovarsi in condizioni di salute precarie dove potrebbe presentare una eventuale forma grave o parziale di perdita della capacità deglutizione e questa deve essere affrontata dal foniatra o logopedista. Nel caso in cui il paziente versi in una condizione grave e la fisioterapia tardi nell’essere introdotta nel piano terapeutico, sarà fondamentale evitare che il paziente produca delle piaghe da decubito a livello del sacro al tallone del piede o a qualsiasi altra parte del corpo. Durante il periodo ospedaliero e in quello a seguito del trasferimento in una clinica convenzionata, il paziente potrebbe ricevere le visite di una TO terapista occupazionale interna che lo aiuti ad essere più funzionale durante le attività della vita quotidiana.

Quale fisioterapia seguire per la riabilitazione un’emiplegia sinistra?

Non esiste purtroppo una risposta univoca che metta tutti d’accordo, ogni professionista ha il proprio bagaglio di conoscenze e la propria sensibilità che utilizzerà per mettere in piedi il programma di fisioterapia per il recupero delle conseguenze da ictus. Alcuni fisioterapisti proporranno al soggetto emiplegico con lesione cerebrali una terapia muscolare fatta cioè di esercizi muscolari per il rinforzo e cercare di ottenere un’autonomia rapida, altri utilizzeranno delle metodiche neuromotorie come il Bobath o Kabat che sono principalmente rivolte sull’inibizione o accentuazione dei riflessi. Altri ancora costruiranno con il paziente una riabilitazione di tipo neurocognitivo rivolta al recupero del movimento attraverso la stimolazione delle funzioni cerebrali. Ogni medico e riabilitatore sosterrà il proprio metodo di lavoro e sarà in grado di produrre delle motivazioni più o meno ragionevoli per giustificare il proprio operato. La mia formazione ed esperienza clinica si è sviluppata esclusivamente in questo modo della cura del paziente post ictus e con emiplegia e la riabilitazione neurocognitiva di Perfetti è stata la proposta riabilitativa che fin da subito ha dimostrato di basarsi su fondamenti neurofisiologici che andassero oltre gli aspetti muscolari e i e che riflessi includessero negli esercizi anche i processi cognitivi, in definitiva l’ictus produce un danno cerebrale e non danneggia direttamente i muscoli. Questo approccio riabilitativo nasce in Italia dalle ricerche del medico Carlo Perfetti, per questo è conosciuto comunemente come Metodo Perfetti, ma è diffuso in tutto il mondo, il Giappone è il paese con il maggior numero di terapisti formati nel metodo, a seguire l’Italia, la Germania, la Spagna e più recentemente anche i paesi dell’America Latina.

Emiplegia sinistra quali esercizi svolgere per il recupero?


È chiaro che ogni esercizio deve essere studiato per ogni singolo paziente e le caratteristiche della sua patologia. In questa sede posso solo limitarmi a mostrare un esempio di esercizio neurocognitivo che possibile eseguire con il paziente.

In questo modo il lettore può comprendere il significato della terapia che oltre a coinvolgere il lato con l’emiparesi riesca anche a includere le funzioni cerebrali.In aggiunta ho realizzato un piccolo E-book dove oltre a spiegare alcuni consigli utili per il recupero post ictus ho aggiunto 4 esercizi del Metodo Perfetti che puoi iniziare a fare già in casa con un fisioterapista o con un familiare. Puoi scaricare gratuitamente l’Ebook da qui

https://youtu.be/tfjjjup0JOs

Gli esercizi possono essere svolti anche dal familiare?

La fisioterapia è il lavoro del fisioterapista. Tuttavia rientra nel compito del fisioterapista anche quello di addestrare i familiari. Recuperare in seguito a un ictus è un’impresa molto impegnativa che richiede molte ore di riabilitazione a settimana ( personalmente consiglio di non scendere sotto le 2 ore al giorno) e questo impegno non è possibile affidarlo totalmente al fisioterapista, pertanto il familiare diventa un alleato fondamentale per la riuscita della terapia. Ci sono situazioni in cui i pazienti con emiparesi non sono seguiti da un fisioterapista perchè non sono riusciti a trovarne uno formato nella cura dei pazienti neurologici, con emiparesi o nello specifico nella neurocognitiva di Perfetti, in quella circostanza il familiare può apprendere i trattamenti in attesa di trovare un professionista valido nella propria zona per non lasciare il proprio caro senza alcun supporto riabilitativo. Nonostante il familiare possa imparare alcuni esercizi della terapia, questi devono essere supervisionati da un fisioterapista esperto e devono essere il frutto di un attenta programmazione. Dal 2008 mi occupo proprio di aiutare i pazienti che si trovano in queste situazioni, sia creando il programma riabilitativo e supervisionando il lavoro svolto dai familiari quando non hanno ancora trovato un professionista formato, sia guidando il loro professionista non ancora specializzato nella neurocognitiva di Perfetti e con cui svolgeva una terapia di tipo muscolare. Quest’ultima circostanza dove possiamo aiutare i pazienti a recuperare e fisioterapisti a formarsi è quella che preferiamo in quanto ci consente di soddisfare totalmente la nostra missione. Il programma si chiama Resilients e puoi trovare tutte le informazioni in questa pagina del sito.

Autore

Valerio Sarmati laureato in fisioterapista e professioni sanitarie della riabilitazione specializzato in Riabilitazione Neurocognitiva dei pazienti post ictus, docente di riabilitazione neurotraumatologica presso il corso di laurea per fisioterapisti al polo del San Filippo Neri di Roma, e di Riabilitazione neurocognitiva al master di neuroriabilitazione dell’Università Roma